venerdì 23 aprile 2010

Nonna Cristina


Nonna Cristina

Nonna mia dolce, ne tempo ricordo
le favole tue nel tempo tornando
quando piccoli noi intorno al braciere
ci raccontavi tutte le sere.

Fiocchi di neve e pesci d’Aprile
dalle finestre vedevo apparire
di osi grigi ciliegie e ricotte
ricche le storie erano tutte.

Eran riempite di musica e feste
con ninna nanne e pure di nenie;
ricordi di bimbo queste memorie
di filastrocche dicevi pur leste.

Se oggi scrivo di queste fandonie
a te devo grazia di queste parole,
che vengon a frotte sciogliendosi al sole
e lasciano eredi le tue dolci memorie.

Dalla tua bocca senza più denti
le favole tutte scherzose e ridenti
venivan fuori da giochi sapienti
nate da un tempo di antiche sementi.

Sembrava pescassi da un’unica brocca
magica come il mago di Rocca;
una per una ma sempre le stesse
con rapida mano la lingua ne desse,

ben tutte le volte sembravan diverse,
le raccontavi in maniera reverse
registratori ancora non c’eran
ma nella mente non si cancellan.

Se pur ricordate tutte offuscate
a distanza di un tempo che tutto ha sfumato
sei tu la mia vara ed unica musa
a render la penna sì scivolosa.

E nel sole di un giorno,

io scrivo di te,
e per tutte le nonne,
che come te;

Senza Parola,
Dio
Il Verbo
Ha Donato;

In
Luce
d’Azione

In
Vero
L’Amore!
!
*

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